Depressione: sintomi, come comportarsi e quanto è efficace la terapia cognitivo-comportamentale

depressione

La depressione è una vera e propria malattia e non va confusa con quegli stati d’animo tristi, malinconici e frustranti che talvolta sono apparsi nella nostra vita. Lo stato depressivo si connota per una visione negativa di se stessi, della propria vita e dell’ambiente circostante. Da cosa si può capire che la persona si sta ammalando di depressione?

Ricordiamo sempre che non esiste un unico tipo di depressione, anzi ce ne sono svariate forme.

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Depressione: i sintomi principali

Uno dei primi campanelli d’allarme è certamente il radicale cambiamento d’umore: tristezza perenne e negatività esasperante, al punto da pensare a pensieri suicidari o autolesionistici.

A questa consegue poca voglia di agire, mettersi in gioco e di provare piacere nelle cose del quotidiano. Spesso si verifica un abbandono degli hobby, dei divertimenti e degli interessi. Molte volte l’appetito sessuale e il piacere stesso vengono meno o sono rari. Altri sintomi sono una scarsa concentrazione e una memoria labile.

Da un punto di vista fisico la persona depressa manifesta poca energia o vera e propria astenia. Si possono anche registrare frequenti mal di testa, tachicardie, dolori muscolari e stati confusionali.

Perché la terapia cognitivo comportamentale per la depressione

Ci sono varie terapie che aiutano a migliorare gli stati depressivi o per lo meno a tenerli sotto controllo.

Fra le terapie farmacologiche sono preponderanti quelle che aiutano la serotonina a crescere di grado fra cui la fluoxetina, la sertralina, il citalopram e l’escitalopram. Solo nei casi più gravi si ricorre agli antidepressivi triciclici per migliorare l’appetito, l’insonnia e per controllare disturbi di non facile gestione.

Solo che imbottirsi di farmaci, tuttavia, non porta sempre alla guarigione. Ecco perché la terapia cognitivo-comportamentale può essere un ulteriore step inevitabile. Il terapeuta di questo campo si focalizza moltissimo sui pensieri sbagliati o poco logici del paziente e sul suo stato umorale per aiutarlo in un percorso di gestione delle emozioni e dei propri comportamenti. Una serie di buone sedute terapeutiche può migliorare lo stato negativo del soggetto e verso la fine può anche condurlo a quegli schemi di pensiero che lo aiuteranno a non ritrovarsi depresso nuovamente.

Qui potete scorgere una lista di terapisti che possono rappresentare un aiuto valido per guarire dalla depressione.

Depressione: cosa fare per se stessi e come aiutare la persona malata

Un percorso di successo può arrivare solo se la voglia di migliorarsi del paziente è costante e convinta.

Oltre alla terapia serve poi l’atteggiamento giusto sia da parte di chi sta male sia da parte di chi lo o la circonda.

La prima cosa giusta da fare è accettare la malattia. Una persona depressa spesso non esagera quando manifesta i suoi stati d’animo ed è per questo che non va sgridata o allontanata, ma compresa.

Altra cosa importante è non provare vergogna per la depressione. Non bisogna imbarazzarsi nello stare accanto a una persona depressa e non bisogna forzarla a fare attività sportive o a coltivare interessi che non desidera.

Anche l’idea di coinvolgere la persona depressa in serate, uscite o altro spesso non porta ad alcun risultato e può anzi causargli dispiacere o senso di indegnità.

Infine, ultimo accorgimento: far sentire la propria presenza, anche silenziosa.

Questa malattia per guarire richiede molto tempo, anche anni, ma non è impossibile uscirne, con coraggio e senza pregiudizi ci si può riuscire.

Disclaimer: Questi testi non vanno intesi come indicazioni di diagnosi e cura di stati patologici, pertanto è sempre consigliato rivolgersi al proprio medico curante”.

Fonti: guidapsicologi.it/articoli

fatebenefratelli.it/blog/depressione-4-utili-consigli-per-superarla

my-personaltrainer.it/farmaci-malattie/farmaci-depressione.html