Guarire dalla pubalgia:  i consigli del Dottore Luigi Loreto

Si parla di pubalgia in presenza di un dolore alla zona inguinale e del basso addome. A causarla, solitamente, è la cattiva gestione dei sovraccarichi. La pubalgia è diffusa tra gli sportivi, soprattutto negli sport che prevedono il coinvolgimento della muscolatura della coscia. Vi rientrano, sicuramente, il calcio, la danza, il rugby e le arti marziali. I muscoli interessati sono tutti quelli che originano o si inseriscono a livello del pube: muscolo grande adduttore, muscolo adduttore breve e lungo , muscolo pettineo e gracile, muscoli addominali.

Ringraziamo il Dottore Luigi Loreto per le sue preziose informazioni sulla pubalgia. Non esitate a contattare lo Studio Delos a Napoli per una prima visita gratuita.

Cause

La pubalgia è un’infiammazione che colpisce muscoli e tendini della parte interna della coscia e del basso addome le cui cause sono molteplici ma tutte riconducibili ad un comune meccanismo scatenante, il sovraccarico funzionale. Questo solitamente è causato da microtraumi ripetuti nel tempo che, nel caso degli sportivi, é dovuto ad un allenamento eccessivo e\o troppo intenso che comprende specifici movimenti compiuti in modo errato e per svariate volte.

Per convenzione si sono individuate tre categorie a seconda della zona che risulta più sollecitata dai microtraumi ripetuti:

Sindrome della guaina o del nervo del muscolo retto addominale

Tipica del calciatore, in quanto si sviluppa a seguito del gesto specifico del calciare, che sottopone il muscolo retto dell’addome ad un forte stress e tensione. Spesso sfocia in fissurazione della fascia e, in casi più gravi, determina una compressione del nervo perforante.

Sindrome Sifisaria

Tipica dei soggetti giovani/adolescenti in quanto a seguito di dismetrie del bacino e squilibri posturali, i muscoli adduttori creano uno sbilanciamento di forze su una zona, appunto la sinfisi (articolazione del pub), che in questa età risulta molto sensibile.

Tendinopatia inserzionale

La più diffusa e sicuramente la più ostica dal punto di vista prognostico,in quanto spesso evolve in patologia cronica, coinvolge il muscolo adduttore lungo e il muscolo pettineo. Anche in questo caso la causa principale è il sovraccarico funzionale dovuto a microtraumi ripetuti, ma anche un’inadeguata o incompleta guarigione a seguito di una lesione dei tendini (spesso a livello dell’entesi) o dei muscoli in quegli atleti che, sottoposti a continue sollecitazioni di forza esplosiva (salti, scatti), non rispettano i tempi di recupero e guarigione muscolare con una adeguata progressione al carico.

Fattori di rischio

Un fattore di rischio che potrebbe esporre al problema dell’infiammazione pubica è il non corretto rapporto di bilanciamento funzionale tra i muscoli addominali deboli e i muscoli adduttori forti, quindi debolezza intrinseca tra muscoli dell’addome e muscoli inguinali. Anche una postura scorretta, in particolare una iperlordosi lombare può contribuire all’aumento del rischio di pubalgia, cosi come un fattore ereditario di pubalgia congenita dell’anca.

Alcune patologie strutturali del sistema muscolo scheletrico posso essere fattori di rischio per la pubalgia, come ad esempio la asimmetria degli arti inferiori, limitazioni articolari a carico dell’articolazione coxo-femorale ed il piede valgo, varo, pronato o supinato.

La gravidanza infine, può rappresentare un fattore di rischio a causa dei livelli ormonali di relaxina, un ormone che tende ad aumentare la lassità articolare coinvolgendo quindi anche la sinfisi pubica.

Sintomi della pubalgia:

Il sintomo caratteristico della pubalgia consiste nel dolore muscolo-tendineo, che può essere percepito:

  • zona pubico-inguinale,
  • irradiato all’interno coscia,
  • al fianco (raro).

Solo nei casi più gravi di pubalgia acuta questa si manifesta improvvisamente, costringendo in alcuni casi l’immediata interruzione dell’atto sportivo, per palese incapacità di movimento.

Il dolore viene percepito maggiormente durante la contrazione del muscolo interessato e soprattutto al mattino o comunque a muscolo freddo; tende a migliorare con l’attività fisica.

La condizione può tuttavia interessare numerose strutture muscolo-articolari e per questo è in grado di presentarsi con sfumature diverse da un caso all’altro; raramente si presentano poi sintomi extramuscolari, come una sensazione di incompleto svuotamento della vescica (si avverte l’esigenza di fare pipì anche dopo averla appena fatta, il termine medico è tenesmo vescicale).

Diagnosi:

Un’attenta e corretta diagnosi aiuta a capire quale sia la cura migliore per la tua pubalgia..E’ molto importante, per fare diagnosi, un’attenta anamnesi del paziente, un esame obiettivo generale , con la somministrazione di test clinici e la consultazione di immagini radiologiche. Queste ultime molto importanti per effettuare una corretta diagnosi differenziale .

Sono cinque i segni caratteristici di tutte le pubalgie:

  • dolore profondo alla parte inferiore dell’addome e dell’inguine;
  • dolore che peggiora durante l’attività sportiva;
  • rigidità al tatto nella zona pubica e nel tendine comune degli adduttori;
  • dolore al movimento contro resistenza dell’anca.

Guarire dalla pubalgia

Dire pubalgia o sindrome retto-adduttoria è la stessa cosa, poiché la causa principale della pubalgia è lo squilibrio delle forze dei muscoli adduttori. Il muscolo lungo adduttore e il muscolo del retto dell’addome sono i più importanti per il controllo del tronco durante gli sport.

Durante la rotazione del tronco questi due muscoli svolgono azione antagonista nel punto comune di inserzione tra i due. Punto che si trova sul pube. Per la diversa struttura del bacino colpisce i maschi più delle femminile. Il bacino nelle donne è più largo ed elastico.

Anche problemi alla muscolatura posteriore della coscia degli ischiocrurali e dell’ileo-psoas, che creano eccessivo stress e tensione sulla muscolatura del muro addominale anteriore, possono essere all’origine della pubalgia. Così come i traumi in iperestensione o iperabduzione.

Quando compare

Il dolore addomino-inguinale si insedia ne gli atleti come fastidio durante l’attività sportiva per mesi, prima di apparire come un dolore persistente anche a riposo. Negli stadi avanzati, il dolore può essere avvertito anche durante uno starnuto o un colpo di tosse. Il dolore persistente può coinvolgere anche la parte bassa della schiena.

Come riconoscerla

Sono cinque i segni caratteristici di tutte le pubalgie:

  • dolore profondo alla parte inferiore dell’addome e dell’inguine;
  • dolore che peggiora durante l’attività sportiva;
  • rigidità al tatto nella zona pubica e nel tendine comune degli adduttori;
  • dolore contro resistenza dell’anca;
  • dolore con crunch contro resistenza.

Come avere una diagnosi

È necessario ricorrere ad esami diagnostici strumentali.  Tra i quali c’è l’ecografia muscolo-tendinea e la risonanza magnetica.

Rimedi: fisioterapia e consigli

Nella terapia per guarire dalla pubalgia si valuta se la patologia è : acuta, sub-acuta e cronica.

La fase acuta della pubalgia

 

Si gestisce con la crioterapia  per ridurre il dolore e l’eventuale edema, che può essere effettuata mediante l’utilizzo locale del ghiaccio e il riposo. L’evoluzione nel campo della fisioterapia ha sviluppato un dispositivo chiamato Crioultrasuoni che riunisce in sé i benefici degli ultrasuoni e della crioterapia, svolgendo allo stesso tempo azione antinfiammatoria, analgesica, antiedemigena e antidolorifica.

La riduzione della temperatura nel tessuto profondo produce un aumento della densità del tessuto, incrementando l’effetto meccanico dell’ultrasuono e annullando l’effetto termico. In tal modo, insieme al riposo dall’attività sportiva e da lavori pesanti, l’eventuale uso di farmaci antiinfiammatori e antidolorifici, si riducono i tempi di recupero. Oltre alla crioterapia, possono essere utili altre due terapie strumentali: la FREMS terapia e la LASER terapia.

La terapia Frems

 

Grazie alle correnti biocompatibili, la Frems terapia agisce sul dolore, inibendo la trasmissione del segnale dolorifico. Agisce sull’infiammazione attivando il microcircolo e determinando un miglioramento dell’afflusso di sangue ossigenato nella zona.

La laserterapia

La Laser terapia interviene sull’infiammazione e sul dolore tramite il cosiddetto “effetto fotobiostimolante delle cellule”.

La fase sub-acuta della pubalgia

 

Solitamente questa fase è caratterizzata da una riduzione del dolore e il target della terapia diventa quindi il trattamento diretto dei muscoli coinvolti mediante l’uso della Tecar terapia che permette di agire sul tessuto muscolo-tendineo della zona retto-adduttoria, migliorandone il trofismo, la circolazione e l’introduzione  dello stretching dei muscoli dell’anca, gli esercizi di rinforzo per gli adduttori e gli esercizi propriocettivi dell’arto inferiore.

Durante questa fase, è utile reintrodurre attività di tipo cardiovascolare, come cyclette, corsa e nuoto e adottare tutta una serie di strategie di prevenzione, come l’uso di plantari e il miglioramento della postura con l’introduzione di un retraining posturale di tipo Mezieres.

La fase cronica della pubalgia

La pubalgia nella fase cronica può essere trattata tramite le onde d’urto e la ginnastica posturale Mezieres. Le onde d’urto provocano un aumento del circolo sanguigno a livello locale e producono una reazione positiva del corpo al miglioramento del trofismo dei tessuti locali. Le azioni biologiche generate favoriscono la disgregazione di strutture cristallizzate (formazioni calcifiche) nel punto di azione, facilitandone anche il riassorbimento  grazie all’iperemia che producono e alla neoangiogenesi che stimolano.

Generano anche un effetto analgesico, per la temporanea interruzione del messaggio nervoso dovuto al meccanismo di “Gate Control” spinale con la produzione di endorfine.

Alla terapia strumentale si continua ad associare una rieducazione funzionale che coinvolga i muscoli e le articolazioni interessate (arto inferiore, bacino, tronco) mediante esercizi di mobilità e rinforzo isometrico ed eccentrico, ed una rieducazione posturale secondo il metodo Mezieres, con lo scopo  di allungare globalmente e progressivamente tutta la catena cinetica muscolare attraverso posture mirate.